martedì 15 dicembre 2009

L'In Sé

L’In Sé è plastico, amebico. La vita nelle sue diverse forme convive una, è in permanente comunione, cioè cammina sempre “in uno” verso se stessa nonostante le diverse forme in cui appare. Si plastifica, si direziona, secondo il rapporto o l’equilibrio più funzionale tra individuazione e ambiente.

domenica 15 novembre 2009

Disinformazione come causa di sabotaggio

Disinformazione volontaria

In questo caso, la persona ha una mentalità, un ideologia, un amore, di vendetta o di orgoglio per cui fa una cosa per un altro scopo: per dare fastidio, per fare piacere o per dimostrare che è un disgraziato e si autoflagella per essere amato, raccolto e curato da qualcuno che, secondo il malcapitato, è importante. Chi vuole amministrare il potere non può essere un superficiale ingenuo che si butta nell'avventura dell'economia: nel business non ci possono essere margini di infantilità.

approfondimenti su www.ontopsicologia.org

giovedì 15 ottobre 2009

Il criterio di natura

Il criterio di natura è una misura che procede per evidenza, risponde ad una intenzione di natura e concretizza l’oggetto o il campo prescelto. E’ l’intenzionalità di natura quando e come si evidenzia.

Evidenza: dal lat. ex vidente = ciò che risulta dall'esperienza del vedente.
Azione specifica e propria di chi vede.
Implica una esatta relazione di coincidenza tra l'oggetto aperto e l'intimo di chi vede. L'in sé dell'oggetto e l'idea o forma di chi guarda coincidono, al punto da consentire la reversibilità tra oggetto ed idea. L'Io sono si coglie nell'oggetto che vede.

Natura: ciò che sorge per nascita.
Come il nato, il fatto, scorre o agisce di per sé.
Ciò che è e fa per nascita di leggi universali applicate ad un preciso contesto.

per approfondimenti www.ontopsicologia.org

giovedì 10 settembre 2009

Gli effetti del monitor di deflessione

Il primo effetto è la sottrazione di coscienza dall'In Sé, per cui l'uomo diviene inconscio a se stesso. Il secondo effetto è l’occupazione dei primi categorici o postulati del comportamento etico. Sulla base di ciò, l’uomo ipostatizza i primi principi su assoluti indimostrati e di conseguenza fideistici, quindi l'uomo subisce la relegazione nel simbolo e la sottrazione dal reale noumenico. Terzo effetto è l’esperienza della paura e dell’angoscia.

per approfondimenti visita il sito ufficiale dell'Ontopsicologia

venerdì 7 agosto 2009

Ontopsicologia, come migliorare se stessi

Le tecniche di analisi e le terapie ontopsicologiche sono strumenti-chiave per identificare se stessi e realizzare la propria individualità, con lo scopo di soddisfare l'Io storico e l'anima. L'Ontopsicologia, scienza nata dalle osservazioni cliniche e psicoterapiche del Professor Antonio Meneghetti, consente di conoscere i risvolti attivi e costanti dell' inconscio. Conoscere il proprio inconscio significa individuare i condizionamenti che non lasciano sviluppare l'individualità creativa dell'essere.

mercoledì 8 luglio 2009

Evolvere il progetto di natura

La novità dell’Ontopsicologia è la scoperta del criterio base di natura, cioè del progetto di vita in dote alla nascita, quello che nella cultura classica si chiama anche anima, e lo ha chiamato In Sé ontico.

Una volta individuato il progetto che ogni individuo porta con sé come patrimonio, il compito della pedagogia ontopsicologica è aiutare l’evoluzione e la crescita del bambino amplificando in modo funzionale le vocazioni, le attitudini, le propensioni, e quindi consentire all’individuo di conoscere se stesso e farsi, cioè costruirsi per come è in natura. Quindi educare ad una razionalità - via via sempre più adulta - che consenta di scegliere sempre in modo corretto per se stessi, con soddisfazione personale e sociale.

Capita invece che negli insegnamenti classici, dalla famiglia alla società, il progetto di natura dell’individuo non venga considerato come il principio di riferimento per conoscere ciò che è meglio per la persona.

A questo, viene sovrapposta l’informazione fissa e ripetitiva dell’opinione sociale, degli stereotipi, dei luoghi comuni, dei memi. Tutte informazioni che portano il bambino a crescere secondo regole e criteri esterni e non secondo il proprio criterio interiore.

Un’inclinazione verso un’arte, una disciplina, una professione che il bambino ha alla nascita il più delle volte non viene vista, considerata cosicché non si educa il bambino a seguirla, coltivarla, ad evolverla. Ma gli si insegna a seguire un’altra arte, disciplina o professione perché, per esempio, viene praticata da generazioni in famiglia ed è quindi tradizione proseguirla, oppure è una professione che ha più riuscita sociale, più guadagno, più richiesta.

Ma questa professione, diciamo aggiunta, era “nelle corde” del bambino? Da adulto potrà esercitarla con passione e soddisfazione perché ha realizzato nella sua storia le scelte verso le quali era naturalmente portato?

L’adulto, anche se ha preso strade diverse, può recuperare la strada del proprio progetto di natura che esite ancora costretto sotto tutte le informazioni che fin da piccolo la famiglia, la società, la cultura, gli ha sovrapposto. Questo è il compito dell’Ontopsicologia che consente all’uomo la possibilità razionale di riscoprire ed evolvere se stesso secondo la particolarità del proprio progetto.

Certo, è ovvio che l’individuo dovrà riscrivere molte delle proprie regole, fare dei compromessi con la società, non cancellerà tutto quello che ha fatto e quello che è diventato ma cercherà di recuperare e dare spazio a quello che non ha mai evoluto di sé e che è ancora possibile sviluppare.

Tutta la visione ontopsicologica in riferimento alla pedagogia è l’attenzione ai codici della vita che il bambino ha in dote alla nascita e l’adattamento progressivo di questo progetto base all’elaborazione della costruzione e responsabilità sociale dell’individuo.

venerdì 12 giugno 2009

l’uomo sulla via dell’autorealizzazione

Ecco che, dopo aver svelato le dinamiche attive nell’uomo “normale” dei comportamentisti, l’Ontopsicologia approda alla visione dell’uomo delineata da Jung e sviluppata dagli psicologi umanisti. Come l’uomo di Jung e quello degli psicologi umanisti, l’uomo dell’Ontopsicologia tende per natura all’autorealizzazione. Ma la tensione esistenziale dell’uomo dell’Ontopsicologia ha qualcosa di più rispetto a quello della visione umanistica. Si tratta di un uomo protagonista responsabile, capace di attuazione personale nell’essere.
Ciò che dell'inconscio interessa di più all'Ontopsicologia non è il Sé, ma l’In Sé ontico, un Sé più radicale che coincide con la natura umana connaturata nel soggetto. Un Sé le cui dinamiche vengono illustrate in modo scientifico: con fenomenologia sperimentale e astrazione teorica. E l’autorealizzazione viene intesa come attuazione del progetto di natura. La strada all’autorealizzazione non è un percorso a tappe che si delinea lungo l’intera vita, ma la realizzazione è fatta di scelte che in ogni momento e in ogni situazione rispondono all’alternativa tra crescita e regressione. Ogni momento, ogni essere umano è chiamato a realizzarsi completamente mettendo in atto la soluzione ottimale nel qui e adesso della situazione in cui si trova.

giovedì 14 maggio 2009

La questione del razzismo nel sistema educativo dei Paesi industrializzati

Nel mondo più di un sesto dell’umanità (855 milioni di persone) alla fine del millennio erano analfabeti. Tra questi ci sono 130 milioni di bambini (di cui 73 milioni bambine) in età scolastica che non frequentano la scuola primaria. Per quanto tempo questo pianeta si potrà permettere un tale spreco di risorse umane? Ma forse il fatto è che anche le risorse impiegate stanno dissipando i loro sforzi. Vorrei rivolgere l’attenzione sull’educazione dei Paesi industrializzati ed evidenziare come anche in questi, benchè in modo diverso, ci sia un enorme depauperamento del potenziale uomo nell’ambito educativo.
Nei Paesi industrializzati quasi il 98 per cento dei bambini frequentano la scuola. Nel prologo della Convenzione sui diritti del Bambino si sottolinea come i bambini che vivono in zone rurali abbiano meno opportunità di coloro che vivono in città, di ottenere un’educazione di buona qualità. Ma una volta che questi bambini frequentano la scuola, saranno in grado di contare e pensare bene per il sociale che li attende? Secondo un’analisi condotta - in 29 Stati - dalla Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo con sede in Parigi, la risposta è no. Inoltre un 20 per cento di giovani lasciano la scuola senza un titolo adeguato per trovare un lavoro o un’utilità nel sociale.
I governi devono fare in modo che tale disparità sparisca. Senza un’educazione appropriata, la gente non può lavorare in modo produttivo, tutelare la propria salute, proteggere se stessi e lo spazio in cui vivono.

Nell’ambito dell’educazione industriale ciò che maggiormente si riscontra, almeno secondo molti rapporti di enti governativi, è la violenza all’interno del mondo scolastico. Questo contesto sembra essere accomunato da un qualcosa che si rivela uguale negli Stati Uniti, come in Italia come in Russia o in Brasile, in Olanda, in Francia come in Cina. La gioventù di oggi sta assumendo un ruolo di violenza contro le istituzioni e le parti più vicine al suo mondo come la famiglia e la scuola.
Negli USA ormai si parla di Columbine Effect, riferito alla stragi compiute dagli studenti nelle scuole. Sono rancori che derivano da derisioni, forme di discriminazione e di razzismo che sfociano in una forma di aggressività inaudita: sparare contro tutto e contro tutti. Insegnati o compagni di scuola indifferentemente. Eppure si dice di loro che erano ragazzi bravi, modello, sensibili, tranquilli. Ma la violenza nell’ambito scolastico non riguarda solo questi casi estremi, ma soprattutto quella esercitata nella vita quotidiana all’interno della scuola. Per esempio i bambini in Inghilterra are frequently bullied by other children in the shool yard. Negli Stati Uniti, da un rapporto del 1995, il 4% degli studenti tra i 12 e i 19 anni reported experiencing violent victimization while in school. In sweden, accordin to some reports, each semester 1.500 boys and 500 girls on average, require medical treatment following attacks by other sudents. La stessa cosa si sta verificando all’interno della famiglia, la cronaca di tutto il mondo è piena di questa realtà, figli che uccidono i genitori, i fratelli etc. C’è da chiedersi se l’ambito educativo sia carente solo da un punto di vista accademico oppure anche nel più importante campo di responsabilità sociale, emozionale, spirituale e morale.
La Convenzione sui Diritti del Bambino sottolinea l’importanza di un’educazione di alta qualità che può essere portata avanti solo da innovazioni nel campo educativo. E sottolinea che le scuole devono essere luoghi di creatività, sicurezza e stimolo per i bambini, posti in cui i bambini si aspettano non solo di trovare acqua potabile o strutture sanitarie accettabile, ma insegnanti motivati ad interagire con loro con capacità rilevanti e idonee ad educarli.
I 130 milioni di bambini che non vanno a scuola sono una perdita per l’evoluzione del pianeta, ma ritengo ancora più grave come sperpero andare a scuola e uscirne impreparati ad affrontare la vita reale.

mercoledì 15 aprile 2009

Il paradigma dell’Ontopsicologia

C’è sempre un uomo che inizia un cammino e successivamente viene riconosciuto quale risposta a qualcosa che tutti avevano già come esigenza nella loro storia e nel loro intimo. Quest’uomo non è eccezionale, è una buona coscienza di come la realtà si sta evolvendo.” (Il criterio etico dell’umano, Antonio Meneghetti)

Nella sua opera “La struttura delle rivoluzioni scientifiche” Thomas Kuhn afferma che il compito di chi fa scienza “normale” (basata cioè su un paradigma condiviso dalla comunità scientifica) non è affatto quello di scoprire nuovi fenomeni. Piuttosto, il lavoro dello scienziato “normale” si presenta come un tentativo di “forzare la natura entro le caselle prefabbricate e relativamente rigide fornite dal paradigma”.

Il paradigma diventa anche il criterio per scegliere quali problemi sono ritenuti solubili, quindi quali interrogativi è legittimo porsi: questi saranno gli unici che la comunità ammetterà come scientifici. Gli altri verranno respinti come metafisici o come appartenenti ad un’altra disciplina. Di norma, “gli scienziati non mirano neanche ad inventare nuove teorie, e anzi si mostrano spesso intolleranti verso quelle inventate da altri”. Per questo, un paradigma può arrivare ad “isolare la comunità da quei problemi socialmente importanti che, però, non possono venire formulati nei termini degli strumenti tecnici e concettuali forniti dal paradigma”. Questo implica non solo che gli strumenti offerti da un paradigma possono non essere adeguati per risolvere i problemi, ma che possono anche impedire di vedere un problema. Alcuni fenomeni naturali possono quindi passare del tutto inosservati e restare “silenti” se non riescono ad essere catturati e “incasellati” nel paradigma vigente. Questi fenomeni non emergeranno neanche come “problemi”.

Ecco perché oggi non abbiamo ancora realmente compreso il peso che gioca l’inconscio umano nelle nostre vite quotidiane, dalle relazioni affettive fino alle più intricate dinamiche di business. Ma anche quando ci appare chiaro, non sappiamo come affrontare e gestire questa evidenza.

Kuhn afferma ancora che “ogni rivoluzione scientifica comporta una trasformazione del mondo entro il quale viene fatto il lavoro scientifico”.

L’originalità del paradigma ontopsicologico consiste nell’aver esteso i confini della cosiddetta scienza “normale” a tutta l’attività psichica dell’uomo: emozioni, automatismi, impulsi, motivazioni, e tutti quei fattori non codificati razionalmente, ma che determinano il reale, divengono oggetto di indagine scientifica. Questo è possibile grazie agli avanzati strumenti di conoscenza messi a disposizione dal paradigma ontopsicologico: In Sé ontico, campo semantico e monitor di deflessione si configurano come i 3 principi complementari che consentono l’indagine razionale (basata sul metodo induttivo-deduttivo) di tutte quelle realtà tradizionalmente reputate non “incasellabili”.
Ma rispetto al concetto espresso da Kuhn, il paradigma ontopsicologico non va inteso come una “migliore” approssimazione al mondo della natura rispetto a quello tradizionale. Il ripristino dell’autenticità attraverso la metodica ontopsicologica, infatti, consente al ricercatore di essere, momento per momento, in esatta coincidenza con il reale.
Senz’altro l’Ontopsicologia rappresenta “… una conoscenza la cui posizione rispetto alla cultura contemporanea può essere paragonata alla diversità fra una civiltà che conosce il telefono e la televisione e una civiltà che ancora conosce solo il fuoco e la ruota”. (Antonio Meneghetti)

mercoledì 18 marzo 2009

Il progetto uomo: l’ordine della natura

La domanda è: se noi siamo formati da milioni di miliardi di cellule che si muovono in base a quest’ordine, possiamo pensare di essere creature prive di senso e in balia solo del caos e di un assurdo caso, come miliardi di personaggi in cerca d’autore?

Come la natura specifica il profilo di ogni singola cellula all’interno di una precisa intelligenza, così essa prevede anche per noi esseri umani un progetto. All’interno di questo generale “progetto uomo”, ognuno di noi ha un proprio specifico e individuale progetto di crescita e sviluppo, con un preciso mandato. Cioè in ogni individuo la natura prevede un certo ordine particolare, che è uno degli infiniti modi in cui la natura può sagomare l’ordine più generale che le è proprio: in sostanza, fra noi e la natura intercorre lo stesso rapporto che c’è fra un contenitore d’acqua e la vastità del mare.

Ma allora ci troviamo a cadere in una forma determinismo in cui il libero arbitrio dell’uomo ha valore pari a zero? Se c’è già un progetto con uno scopo, cosa succede alla nostra possibilità di scelta volontaria?

Il fatto è che questo ordine non si può scegliere e non si può cambiare, si può solo conoscere, rispettare e realizzare, ovviamente se si vuole una vita di gioia e di soddisfazioni. Si può scegliere di andare contro quest’ordine e contro le regole che ne derivano, ma da qui nasce la sofferenza, il dolore e quella che agli occhi di chi ignora è “sfortuna” o assurdo. Tuttavia, esiste un livello dove ognuno è assolutamente libero di essere creativo: la nostra libertà è nel modo in cui scegliamo di realizzare quest’ordine. La natura ci convoca a giocare nella vita secondo delle regole universali, che sono le stesse condivise da tutti. Ma poi ognuno è chiamato a giocare il suo ruolo: il portiere, il centrocampista, l’attaccante, non fanno altro che interpretare il gioco dal punto di vista del loro specifico ruolo, ma per ognuno di loro ci sono infiniti modi di giocare quel ruolo da “fantasista”!

Questo progetto è un principio che ci chiama ad essere in quel modo e non in un altro: ad un seme di quercia non possiamo chiedere di produrci delle mele perché non è ciò che rientra nel suo progetto di natura! Potremmo utilizzare tutti i migliori fertilizzanti che vogliamo ed avere tutte le più attente cure per questo germoglio, ma la natura è chiara: dalla quercia niente mele…e anzi, forse quei fertilizzanti potrebbero anche esserle letali!

per approfondimenti leggi: "il progetto uomo" di Antonio Meneghetti colui che ha teorizzato l'Ontopsicologia.

lunedì 16 febbraio 2009

Ontopsicologia e Nazioni Unite

Le Nazioni Unite, per realizzare lo sviluppo dell'umanità, hanno proposto 8 obiettivi che ognuno dei 192 stati menbri si è impegnato a raggiungere entro il 2015. Il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC) svolge l'Annual Ministerial Innovation Fair, con lo scopo di dimostrare come le organizzazioni Non Governative (NGOs) con status generale e speciale che fanno parte dell'ECOSOC contribuiscono agli 8 MDG. Il 2 luglio 2007, al palais des nation, sede delle Nazioni Unite a Ginevra, l'Associazione Internazionale Ontopsicologia è stata scelta per presentare due casi di successo che porta avanti nel mondo come contributo agli 8 MDGs: i progetti ecobiologici Lizari (Lettonia) e Recanto Maestro (Brasile). L'evento ha avuto la presenza del capo della NGO section dell'ECOSOC, Hanifa Mezoui, e del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban-ki Moon, oltre a NGOs di tutti i continenti.

venerdì 16 gennaio 2009

THE ONTOPSYCHOLOGYCAL CINEMA-THERAPY AS INSTRUMENT OF INVESTIGATION FOR A LEADERISTIC PSYCHOLOGY

 International Association of Ontopsychology, Milano, Italy.

Authentication psychotherapy means development of creative intelligence. By means of an own and exclusive methodology, Ontopsychology operates the practical, rational recovery of the quantum of intelligence endowed by the the nature bo each human being.

An instrument of investigation can be the cinema-therapy, that is the instrumentalization of the most skilful cinema as a projection of the individual and collective unconscious with the aim of observing the agent cause of what is still unconscious (psychobiological processes, thematic selection of the complex and self structure).

The workshop analyses the film 'Wall street" (USA, 1988, oliver Stone) as an example of an interpretation beyond the cultural or opinable stereotypes for a growth of a leaderistic psychology.

Beyond business, politics, economy and marketing problems, the cause of a failure is always hidden in the individual unconscious, conceming the ccmplex programming of the subject's family experience which influences the ethical reference of the thought and secondly the historical choices done by the subject.

Moving from the discovery of the natural criterion of the ontic In self, one can identify, moment by moment, the creative realization direction of the evolutive pulsion.

The conference between epistemological premises and practical application has confirmed, also in business ambit, results of superior operative capacity.

venerdì 9 gennaio 2009

antonio meneghetti

Il percorso di studio intrapreso permette ad Antonio Meneghetti di formalizzare finalmente quello che è sempre stato il suo interesse: l’uomo e la sua esistenza. Fonda quindi un movimento di pensiero che consente di identificare, isolare e realizzare il principio che motiva l’uomo in affermazione storica e metafisica, cioè l’Ontopsicologia. L’oggetto di studio dell’Ontopsicologia è l’attività psichica perché fondamento di qualunque fenomenologia esistenziale. Con l’Ontopsicologia, Meneghetti vuole dare la risposta agli interrogativi sull’intimo dell’uomo lasciati aperti dalla filosofia classica fino alla psicologia umanistico-esistenziale dei nostri giorni. Vuole riconsegnare all’uomo il suo protagonismo esistenziale e metafisico.
Nei primi anni Settanta, insegna Ontopsicologia per tre anni presso la facoltà di Filosofia dell’Università San Tommaso d’Aquino. Lascia l’insegnamento per definire la struttura scientifica dell’Ontopsicologia. E’ questo un periodo importantissimo in cui avviene l’estrinsecazione del pensiero dell’Ontoarte.
“Grazie alla scuola ontopsicologica si è scoperto il criterio, definito In Sé ontico, per individuare e isolare le anomalie e le opinioni distorte che non consentono all’uomo di essere centro riuscito della sua esistenza”.

info su A.I.O associazione internazionale ontopsicologia

sabato 3 gennaio 2009

psicoterapia e ontopsicologia

Psicoterapia significa "cura della mente", secondo l'antica epistemologia si intende la deferenza verso il nucleo ultimo, categorico ed imprescindibile che è l’intimo dell’uomo. Essa sostanzialmente identifica gli investimenti e le analisi che consentono l’individuazione dell’intelligenza, quel quid di personalità in parte storico ed in parte virtuale.

Per psicoterapia si intende analisi e reintegro dell’attività psichica.

L'Ontopsicologia è l'ultima nata tra le scienze contemporanee, che da qualsiasi angolazione hanno per oggetto l'analisi dell'attività psichica. L’Ontopsicologia differisce dalle altre Scuole di psicologia nei seguenti punti:

  • può avvalersi, oltre a tutti gli strumenti già rivelati dalle altre scienze, della conoscenza operativa del campo semantico;
  • per quanto concerne la cura, risolve drasticamente in poche sedute, in un periodo inferiore a tre mesi;
  • si confronta con tutta la casistica clinica, ma oltre a ciò si confronta risolutivamente con il fenomeno della leadership, della creatività e dell’arte;
  • estrae il criterio di sanità direttamente dall’In Sé del soggetto, evidenziato attraverso specifica metodica;
  • ingloba analisi sinora non previste e affrontate, come la psicologia negativa e il monitor di deflessione.
approfondimenti su: A.I.O. associazione internazionale ontopsicologia

venerdì 2 gennaio 2009

nuova tecnica di educazione motoria: la melolistica

La melolistica esiste dal 1971: è nata in Italia ad opera dello scienziato ed accademico italiano Antonio Meneghetti, fondatore della nuova scienza dell’Ontopsicologia.
Il termine melolistica nasce dalla fusione di due parole greche: melos = musica, canto e olos = olistico, il senso sferico o circolare dell’insieme armonico individuo-universo.
E’ un’attività motoria nata con il fine del benessere psicofisico e dello sviluppo creativo di chi ha responsabilità in campo sociale, come insegnanti, professionisti, politici, manager; inoltre è usata nell’arte ed è specifica per migliorare l’ambito sportivo, aiutare atleti e tecnici impegnati nell’avviamento, nel perfezionamento e nell’alto livello agonistico. La sua azione specifica infatti è rilanciare la vitalità psicofisica dell’individuo su un livello di capacità nuovo e migliorativo.

La melolistica è una tecnica di intervento psicocorporeo che strumentalizza l’uso del ritmo musicale – suonato su strumenti a percussione dal conduttore melolista – e del movimento corporeo – effettuato dai partecipanti – al fine di mantenere la salute estetica ed il benessere creativo dell’individuo, con conseguente potenziamento dell’attività psicoemotiva, fisiologica e specificamente sportiva.
La melolistica nasce dalla scienza della proporzione musicale insita nel corpo dalla natura: le cellule sono sintonizzate su determinati ritmi ondulari.
Essa viene usata per tre funzioni diverse, a cui corrispondono tre livelli tecnici progressivi:
  • mantenere la sanità (benessere organico e psico-emotivo),
  • migliorare la funzionalità (capacità operativa, innovativa, creativa ed evolutiva nel proprio campo di azione; espressione dell’optimum potenziale dell’atleta di alto livello),
  • conoscere e comprendere gli aspetti interiori e psicologici di sé e degli altri.
per maggiori informazioni consulta il sito ufficiale dell'associazione internazionale ontopsicologia (AIO)